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“Inizia a respirare” nasce durante il lockdown, periodo in cui ci siamo spostati e messi in relazione con gli altri, attraverso dispositivi diversi dai nostri occhi. In quest’ottica, il progetto prevede la stesura di una storia e l’elaborazione di un racconto grafico, composto da immagini prese da “street-view”. Il progetto è un lavoro intimistico che narra la storia di un’escursionista che cammina nel parco del Vatnajökull, situato in Islanda. La storia è un flusso di pensieri del protagonista mentre procede con il viaggio. L’elaborato grafico, dominato dal bianco e il nero, aiuta a raccontare le sensazioni che il protagonista prova: solitudine, paura, angoscia.
“Io sono traccia” racconta il concetto di identità, il suo scopo è mostrare l’altra metà che compone un essere umano: ciò che lascia dietro di sè, il suo segno, la sua testimonianza, la sua traccia. Il progetto è suddiviso in quattro atti, i quali scandiscono e descrivono i modi in cui un individuo può essere riconosciuto e identificato. Gli atti si chiamano: “io sono Macchia“, “io sono Scarto“, “io sono Memoria“, “io sono Presenza“, ques’ultimi narrano i diversi segni che ognuno di noi lascia dietro di sè durante il corso della propria vita.
I Atto: Io sono Macchia Le immagini proposte rappresentano la scia lasciata da un individuo quando accidentalmente fa cadere o sporca qualcosa.
II Atto: Io sono Scarto. La seconda parte simula un catalogo in cui sono rappresentati con foto still life oggetti usati durante la quotidianità.
III Atto: Io sono Memoria. In questa sezione le immagini sono biografiche e l’editoriale simula un diario in cui vengono raccolte immagini, oggetti, pensieri.
IV Atto: Io sono Presenza. L’ultimo tema tratta di come l’individuo lascia la propria traccia tramite la sola presenza. La sezione diventa un leporello per mostrare la consequenzialità delle immagini. Le fotografie hanno tempi di scatto lunghi.